Accoglienza ucraini
Da ormai quasi tre mesi è in corso il sanguinoso conflitto ucraino, alle porte di casa nostra potremmo dire, e sotto gli occhi di tutti sono i più drammatici effetti di questa situazione, ossia la fuga delle persone dalle zone di guerra. Ognuno di noi certamente conosce almeno una persona che sta ospitando famiglie ucraine o l’ha fatto nelle settimane passate; molte sono invece le persone che sono state accolte dai familiari che erano già presenti in Italia; altre ancora, senza alcun contatto sul territorio, sono state inserite nei circuiti di accoglienza istituzionali.
In questo articolo vogliamo raccontarvi come si è mossa e cosa sta facendo la Nuovi Vicini sul fronte dell’accoglienza delle famiglie ucraine, raccontando alcune sfaccettature di questo prevedibile, quanto drammatico, retroscena del conflitto.
Inizialmente, le famiglie ucraine che chiedevano asilo presso la Questura di Pordenone, come per tutti i richiedenti asilo in generale, venivano indirizzate all’interno dei progetti di accoglienza già esistenti sul territorio provinciale. È così che il nostro progetto di prima accoglienza ha accolto, dall’inizio del conflitto, 19 famiglie per un totale di circa 60 persone, per lo più nuclei familiari mamma/bambino.
Ma a partire dall’inizio di aprile, su indicazione del Ministero dell’Interno, tutto cambia: i Comuni e gli Ambiti territoriali sono stati chiamati in prima battuta dalla Prefettura per dare supporto nella gestione dell’emergenza. Alcuni enti locali hanno risposto alla chiamata, individuando delle strutture idonee all’interno del proprio territorio e promuovendo una gara d’appalto per la gestione dell’accoglienza delle persone rifugiate. La nostra cooperativa è stata dunque individuata per la gestione dell’emergenza attraverso la stipula di una convenzione con il comune di Pordenone, l’Ambito di San Vito al Tagliamento e quello di Maniago. È stata individuata inoltre, nella struttura del Seminario di Pordenone, la disponibilità di alcuni posti da utilizzare come centro di breve transito e invio a strutture più idonee in convenzione tra Nuovi Vicini e Prefettura.
Sono circa 85, per il momento, le persone accolte all’interno di questo nuovo sistema che porta il nome di Accoglienza in emergenza in favore di cittadini ucraini. A Pordenone sono stati predisposti 12 miniappartamenti, per un totale di 40 persone, presso l’ex casa per anziani di via Piave; per l’ambito di Maniago, invece, sono stati aperti per il momento 5 appartamenti a Spilimbergo, per un totale di 14 posti, individuati in alcune delle casette del villaggio sportivo “La Favorita”. Per l’ambito di San Vito al Tagliamento invece, a gestire il progetto sono tre cooperative in sinergia: la Nuovi Vicini, Piccolo Principe e Baobab, che insieme collaborano all’accoglienza dei cittadini ucraini. In quest’ultimo caso, le strutture messe a disposizione dagli enti locali sono a San Vito al Tagliamento (6 persone), a Sesto al Reghena (7 persone), a San Giorgio della Richinvelda (4 persone), a San Martino al Tagliamento (6 persone) e a Valvasone (8 persone).
In tutte le zone stiamo lavorando in piena sinergia con i Comuni e gli Ambiti e c’è una fortissima risposta dal territorio, che si è manifestata attraverso donazioni di moltissimi beni di prima necessità, utilizzati per l’accoglienza delle famiglie, come kit per l’igiene personale, lenzuola e coperte, prodotti per la pulizia degli ambienti. Su Pordenone ad esempio la raccolta di tutto questo materiale è stato fatto dalla Protezione Civile che ha costruito un magazzino ad hoc in via Piave, all’interno del quale ci sono ancora beni per coprire le prime necessità delle famiglie accolte, ancora per lungo tempo.
Tra le primissime attività che stiamo mettendo in campo con le persone adulte in accoglienza, ci sono senz’altro i corsi di lingua italiana su tutti i territori, attraverso insegnanti volontari ed enti che hanno previsto un budget apposito per questa emergenza. Per quanto riguarda i minori, nella maggior parte dei casi, i servizi sociali sono riusciti ad inserirli alle scuole dell’obbligo e tantissime associazioni di volontariato si sono rese disponibili per fare delle attività di intrattenimento con i più piccoli.
Per quanto riguarda la parte sanitaria invece, i nostri operatori hanno iniziato fin da subito la presa in carico delle situazioni più critiche, come alcune donne incinte, che sono state prontamente presentate agli ospedali di riferimento. Agli adulti inoltre è stata fatta una dettagliata informativa legale, per spiegare bene qual è la situazione giuridica prevista per la loro permanenza in Italia, mentre al bisogno viene attivato anche il supporto psicologico, svolto da professionisti.
Ma chi sono i beneficiari presenti nelle strutture? Si tratta soltanto di famiglie, per metà composte da madri sole con figli, per l’altra metà famiglie intere, con papà al seguito. In due casi sono presenti anche due nonne. Per tutti, come nel resto del Paese, è stato predisposto un permesso di soggiorno temporaneo della durata di un anno, che dà loro il diritto al lavoro e allo studio.
La gestione di questa situazione, recentissima, rimane affidata per il momento all’emergenza: nel dramma va però sottolineata la grande collaborazione tra i tanti attori del territorio che, in sinergia con i privati e le istituzioni, hanno sottolineato una volta di più che il lavoro di squadra è l’unica soluzione efficace.
EMERGENZA UCRAINA
Stiamo accogliendo nei nostri progetti famiglie provenienti dall’Ucraina